Nel 2008, arriva la grande crisi negli Stati
Uniti, pero in Europa no, l’economia della vecchia signora era salda, e cosi
anche a casa nostra, stavamo da dio. I soldi giravano, il lavoro c’era, le
vacanze puntuali, due settimane al mare, due settimane in montagna, i bimbi
andavano felici a scuola, scuola pubblica molto all’avanguardia, le mamme
lavoravano perché c’erano asili nido in ogni quartiere… o forse no…
Ci sono più di venti anni che ci si
barcamena tra un governo ed altro, ogni uno con le sue idee di crescita e
benessere (personale), ogni uno con il suo proprio elettorato o quasi, ma
sicuramente da più di venti anni le stesse facce sotto bandiere diverse o
dentro partiti che cambiano nome ad ogni tornata elettorale.
Quante volte siamo scesi in piazza, o dietro
ad un partito o dietro ai sindacati, per chiedere un cambiamento? Direi troppe,
ma troppo poche volte da soli, di propria iniziativa, tutti insieme, senza
alcuna bandiera, tranne che la nostra… uniti dall’unico desiderio di vero
cambiamento.
Chi non ricorda dicembre 2009, e poi
dicembre 2010 e ancora 15 ottobre 2011, giusto per rimembrare le ultime….perché
noi siamo gente dalla memoria corta, ahimè… ma in quei giorni c’era un
arcobaleno di gente, una variegata linea di pensiero uniti dalla stessa voglia
di voltare pagina, di riprendersi il “potere” di decidere su chi li doveva
rappresentare… stanchi di sentirsi presi in giro da quella politica, che
pensava solo ad intascare i soldi dei cittadini, dalle leggi fatte per salvare
una volta un mafioso, una volta un corrotto, una volta un ladro, una volta e
l’altra pure sempre lo stesso personaggio e i suoi compari.
Ricordo ancora l’euforia di quel giorno che
non voleva finire, ma ricordo anche la preoccupazione per l’ignoto.
La crisi si era sparsa a macchia d’olio nel
vecchio povero continente, e a casa nostra si sentiva più che mai.
Reduci dalle maxi manovre straordinarie a
carico nostro, perché l’Europa ce lo chiedeva, sotto il “ricatto” col benestare
dell’opposizione e lo sguardo “attento” del presidente della Repubblica, si
vota l’ultima nel pomeriggio del 12 novembre, e poi a seguire, le dimissioni
dell’ “orco” combattuto da sempre….e poi??!!!
E poi, come un sipario, calò il silenzio,
arrivo il consenso generale di un paese schiavo per troppo tempo di scandali e
bordellate varie, terrorizzati dallo spread e dalla Grecia…si aveva finalmente
l’eroe che ci avrebbe salvato da una fine certa.
Un governo tecnico, il governo dell’equità,
del rigore e della crescita, che godeva di una grandissima fiducia e di
un’ampia maggioranza, dagli stessi che per anni non avevano fatto il loro
dovere dentro quel palazzo, i stessi che lo avrebbero poi tirato, uno da una
manica uno dall’altra, pur di ottenere ogni uno la sua “riforma”…
Morale della favola, in breve tempo si
aumenta l’età pensionabile, si rimette mano sulla riforma del lavoro, si cerca
di sconvolgere lo statuto dei lavoratori e cancellare l’articolo 18, togliendo
a chi ha più diritti per poi non darli più a nessuno, si aumentano le tasse
sotto il nome “Salva Italia”…e tutto questo mentre lo spread ci insegue sempre
e l’ombra della Grecia ci copre…
Arrivano i suicidi, dal più umile operaio all’imprenditore
sfiduciato, arrivano le proteste degli operai licenziati o in cassa
integrazione, gli esodati aumentano, i giovani non trovano lavoro, arriva
giugno col pensiero per l’imu da pagare, arrivano le bollette ogni mese più
grandi….. sotto lo sguardo arrogante dei tecnici, che per fare cassa si sono
rifatti ancora una volta sui più deboli, tralasciando volutamente quelle
risorse con quali potevano veramente coprire quel maledetto debito (che non è
dei cittadini), come la lotta all’evasione, una vera patrimoniale sui grandi
patrimoni, tagliare il costo della politica, le pensioni d’oro, smettere di
comprare aerei per andare in “missioni di pace”, insistere sul voler fare le
grandi opere inutili come il TAV etc etc ….
E nel mentre il disagio sociale aumenta,
loro sono pronti dalle loro gabbie dorate, a riesumare il terrorismo e le Br,
pur di trovare il giusto alibi per la repressione di ogni alzata di testa da
parte del paese….ma la storia insegna, a chi vuole imparare e ricordare….
“La dignità vale più della vita.” (cit)
Emilia
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