martedì 22 novembre 2011

La polizia segreta europea ed il Trattato di Velsen



Correva l’anno 2007 quando, vista la Dichiarazione di Intenti su EUROGENDFOR, firmata a Noordwijk il 17 settembre 2004, visto il Trattato del Nord Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949, vista la Carta delle Nazioni Unite, firmata a San Francisco il 26 giugno 1945, visto l'Accordo tra le Parti al Trattato del Nord Atlantico sullo statuto delle loro Forze, firmato a Londra giugno 1951, visto il Trattato dell'Unione Europea emendato dal Trattato di Nizza, firmato il 26 febbraio 2001, visto l'Atto finale della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, firmato a Helsinki il 1 agosto 1975,visto l'Accordo tra gli Stati membri dell'Unione Europea relativo allo statuto del personale militare e civile distaccato presso le Istituzioni dell'Unione Europea, dei quartieri generali e delle forze che possono essere messi a disposizione dell'Unione Europea nel quadro della preparazione e dell'esecuzione delle missioni di cui all'articolo 17, comma 2, del Trattato dell'Unione Europea, ivi comprese le esercitazioni, e del personale militare e civile che gli Stati membri mettono a disposizione dell'Unione Europea per operare in tale contesto, firmato a Bruxelles il 17 novembre 2003…..insomma visto tutte queste cose, il 18 settembre a Velsen, le “Parti”si riunirono per firmare quello che verrà chiamato il “Trattato di Velsen”.
Chi sa cos’è il “Trattato di Velsen”? e le “Parti” chi sono? E “Eurogendfor” che sarà mai?..... Allora,  le “parti” sono Il Regno di Spagna,la Repubblica Francese, la Repubblica Italiana, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica Portoghese,  in un secondo momento anche la Romania  e il trattato firmato a Velsen tra questi paesi riguarda l'istituzione della Forza di Gendarmeria Europea, cioè l’Eurogendfor.
Leggendo già il primo articolo del Trattato, ci si rende conto della definizione e il compito che l’EGF avrà: “Articolo 1, comma 1 : Il presente Trattato ha lo scopo di costituire una Forza di Gendarmeria Europea operativa, pre-organizzata, forte e spiegabile in tempi rapidi, composta unicamente da elementi delle forze di polizia a statuto militare delle Parti, al fine di eseguire tutti i compiti di polizia previsti nell'ambito delle operazioni di gestione delle crisi.”
Continuando a leggere scopriamo i compiti precisi che questa futura polizia militare ha : «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici» (art. 4). Il raggio d’azione: «EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche»(art. 5). La sede e la cabina di comando: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN – ovvero – l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR» (art. 3)…  Aspetta, Vicenza? Cioè da noi? Devo riconoscere che io non lo sapevo…e invece… il 14 maggio 2010 la Camera dei Deputati della Repubblica Italiana ratifica l’accordo. Presenti 443, votanti 442, astenuti 1. Poco dopo anche il Senato dà il via libera, anche qui all’unanimità e il 12 giugno il Trattato di Velsen entra in vigore in Italia. Il corpo delle forze dell’ ‘ordine di casa nostra che andranno a fare numero per EGF sono i carabinieri, come , la gendarmeria nazionale francese, la guardia civile spagnola, la guardia nacional republicana portughese, la marechausèe olandese e la jandarmeria rumena.
Risulta difficile scovare informazioni su questo “organismo” anche andando a scavare nella documentazione dell'Unione Europea, ed è stato poco pubblicizzato tra i cittadini europei anche il trattato firmato. Il progetto di costituzione della Forza di Gendarmeria Europea fu lanciato nel 2003 nel corso di una riunione tra i Ministri della Difesa europei durante il turno di presidenza italiano, allora Ministro della Difesa era Antonio Martino (Forza Italia, oggi al PDL), che fu, insieme al francese Alliot-Marie, il principale promotore di Eurogendfor.
Dunque, ricapitolando, la Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine, indagini e arresti compresi; la Nato, cioè gli Stati Uniti, avranno voce in capitolo nella sua gestione operativa; una cosa sicuramente importante è che il nuovo corpo svolge compiti di polizia militare in modo slegato da ogni parlamento sia nazionale sia europeo (non fa parte in nessun modo degli organismi UE) e dalla magistratura, risponde ai governi tramite il CIMIN. Il CIMIN è l'alto Comitato Interministeriale e costituisce l'organo decisionale di  EGF. Ma non è finita, l’EGF gode di una totale immunità: l’ inviolabilità dei locali, beni e archivi (art. 21 e 22); le comunicazioni non possono essere intercettate (art. 23); i danni a proprietà o persone non possono essere indennizzati (art. 28); i gendarmi non possono essere messi sotto inchiesta dalla giustizia dei paesi ospitanti (art. 29).
Certo, la ratifica del trattato è avvenuta da noi, nel 2010, ma il CIMIN è già insediato in Italia da gennaio 2006 a Vicenza, nella caserma dei carabinieri “Generale Chinotto”. 
Tutto questo è stato portato avanti di nascosto, nel silenzio tipico dei ladri e delle canaglie, eppure in questa piccola città olandese è stato posto in calce un tassello decisivo nel mosaico del nuovo ordine europeo e mondiale, un’ altra tappa del processo di smantellamento della sovranità nazionale. Insomma, l’Europa e gli europei ancora si devono fare, ma le “super forze dell’ ordine” già esistono e l’Italia ne è protagonista di primo piano.


Emilia Sirbu e Stefano Di Benedetto