L’Italia
oggi è una nazione ed un popolo sotto
ricatto.
Il
paese con più cultura e storia fra i paesi dell’Occidente vien preso a sberle
di continuo da chiunque ha un minimo di solvibilità economica o credibilità
internazionale. La grande “ Madre “ Europa ( perché ormai di questo si parla
), governata ormai dal Duopolio Merkosy, con il rigore presunto richiesto
da lor signori ( visto in realtà poi quello che combinano a casa loro ), con il
“patto di stabilità e crescita” che ci hanno obbligatoriamente affidato
rendendolo però facoltativo per altri stati, dalla globalizzazione
oligarchica ( visto che in realtà comandano e ne raccolgono i frutti ben pochi
) e dai mercati che han portato ad un “ oggi ” dove regna il mondo del
denaro virtuale, del farsi vedere e non essere, e dell’edonismo esasperato,
mettendo all’ultimo posto il benessere dell’essere umano che non vien più
riconosciuto come una priorità ( ricordate il discorso di Barroso nel
2001 ? ), come d’altronde la Dignità, sta calando pian piano e sempre più
malinconicamente la serranda della Sua bottega dei ricordi e della sua storia
ultramillenaria ( gloriosa ? beh quella sarebbe tutta un’altra storia da
trattare ). Nonostante tutto ciò , e se non bastasse già questo per far
crollare Sansone con tutti i filistei, l’Italia
oggi è soprattutto un paese tenuto sotto scacco perenne, però al contrario di
quello che sarebbe lecito pensare, non da un manipolo di manigoldi, bensì (
considerandolo ancora più grave ) dalla sua stessa classe politica scadente,
immorale ( stampo la Roma imperiale di Caligola e Neroniana memoria ) e senza
vergogna, la stessa che da oltre 2 decenni si vede nel “talk show” chiamato
Parlamento, naturalmente pagato da Noi. Una classe politica, non scelta
liberamente dal cittadino, ma che senza nessun rispetto di esso e nonostante la presunta
SOVRANITA’ si è impadronita
di un intero paese.
L’Italia
di Dante e Leonardo, di Garibaldi e dei Partigiani, oggi è diventata il
giocattolino personale del venditor di fumo fattosi PREMIER ( e scusatemi la
battuta uscita fuori con la frase ma non era preventivata, ahimè ).
Il
presidente Napolitano, in un momento di grande incertezza per il paese, mentre
i mercati si mangiano pezzo per pezzo ciò che ne resta, ha dato via libera al
maxi-emendamento e alla legge di stabilità, confermando le dimissioni di Silvio
Berlusconi,concordate con lo stesso, che avverano subito dopo l’approvazione
della lettera “salva Italia”.
Più
che concordate, anche questo è l’ennesimo ricatto, da parte dello stesso
omuncolo che non molla, e di certo non per il bene del paese.
Il
più grande statista degli ultimi 150 anni, il miglior presidente del consiglio
che l’Italia abbia mai avuto, farà finalmente un passo indietro o di lato (è
libera l’interpretazione del suo gesto), ma solo dopo aver messo in
chiaro a quali condizioni. E malgrado le sue condizioni consistono nel aumentare
ulteriormente un disagio sociale tangibile, in quanto il paese è ancora una
volta chiamato a fare dei sacrifici e a pagare la cattiva gestione saranno
sempre i soliti poveri cristi, la pseudo opposizione “risvegliata” pur di
cacciarlo via, voterà a favore della lettera della BCE.
Definita
da tanti “una macelleria sociale”, il MINI premier usa la scusa della lettera
per inserire dentro norme, già contenute nelle manovre passate, contro la
crescita del paese e per impoverirlo ancor di più, norme che ci tolgono il
lavoro, che ci aumentano le tasse, che non ci garantiscono il pane per il
domani. E come sempre, ci sarà una norma che lo salva , scritta in piccolo, che
dovrà per l’ennesima e forse ultima volta passar inosservata agli occhi del
popolo, complici i suoi avvocati, i suoi onorevoli, i suoi amici o presunti
tali, che faranno finta di niente pur di mandarlo in pensione.
In
tutto questo intreccio, ci resta solo che piangere, perché non si combatte così
ad armi pari, ma non per questo molleremo, gli sconti non si faranno mai più (
semmai ne avessimo fatti ) a nessuno come non ci si turerà più il naso per
votare un “meno peggio”. E’ ora che l’Italia e gli Italiani ottengano quello
che meritano per tutto quello che fanno e subiscono di continuo, e se il
sistema non cambierà, allora sarà giusto chiudere definitivamente con esso ed i
suoi lacchè, creandone uno nuovo e non votandoli più, nessuno, specie se
resterà questa legge elettorale, il futuro è anche nostro cominciamo ad
autogestirlo, altrimenti…
Povera
Italia e poveri noi.
Emilia Sirbu e Stefano Di Benedetto