mercoledì 14 dicembre 2011

Petizione Pubblica Conferma

Petizione Pubblica 
http://www.petizionepubblica.it/?pi=P2011N17964


I fatti di cronaca, che hanno ancora una volta sconvolto l’opinione pubblica, ci dovrebbero far riflettere sulla mancanza di tolleranza e sull’inciviltà dell’accoglienza delle persone meno agiate che cercano solo un futuro migliore arrivando nel nostro paese.
L’aumento di azioni e pensieri che riportano l’apologia del fascismo o le sue finalità antidemocratiche come una difesa della Patria, minacciando o usando la violenza come metodo di lotta politica, promuovendo la soppressione della libertà garantita dall’art 21 della Costituzione, è un campanello d’allarme.
Nel ricordare che l’apologia del fascismo è reato come l’incitamento all’odio razziale chiediamo a tutti di firmare questa petizione che si presenterà al Presidente della Repubblica per chiedere la chiusura di tutti questi gruppi neofascisti e di destra , che oltre a fagocitare odio e violenza recano danno all’immagine del nostro paese.



cultura ed istruzione





‎"Mi fa male qualsiasi tipo di potere, quello conosciuto, ma anche quello sconosciuto, sotterraneo, che poi è il vero potere. Mi fanno male le oscillazioni e i rovesci dell'alta finanza. Più che male mi fanno paura, perché mi sento nel buio, non vedo le facce. Nessuno ne parla, nessuno sa niente: sono gli intoccabili. Personaggi misteriosi che tirano le fila di un meccanismo invisibile, talmente al di sopra di noi da farci sentire legittimamente esclusi. È lì, in chissà quali magici e ovattati saloni che, a voce bassa e con modi raffinati, si decidono le sorti del nostro mondo: dalle guerre di liberazione, ai grandi monopoli, dalle crisi economiche, alle cadute dei muri, ai massacri più efferati" 
(Giorgio Gaber, da "Mi fa male il mondo", 1994)










« Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze »
(Norberto Bobbio, in Politica e cultura, 1955)

Norberto Bobbio (Torino, 18 ottobre 1909 – Torino, 9 gennaio 2004) è stato un filosofo, storico e politologo italiano.



Una democrazia ha bisogno, certo, di istituzioni adatte, ma non vive se queste istituzioni non sono alimentate da saldi principi. Là dove i principi che hanno ispirato le istituzioni perdono vigore negli animi, anche le istituzioni decadono, diventano, prima, vuoti scheletri, e rischiano poi al primo urto di finire in polvere. Se oggi c’è un problema della democrazia in Italia, è più un problema di principi che di istituzioni. A dieci anni dalla promulgazione della costituzione possiamo dire che le principali istituzioni per il funzionamento di uno stato democratico esistono. Ma possiamo dire con altrettanta sicurezza che i principi delle democrazia siano diventati parte viva del nostro costume? Non posso non esprime su questo punto qualche apprensione.

Il cammino della democrazia non è un cammino facile. Per questo bisogna essere continuamente vigilanti, non rassegnarsi al peggio, ma neppure abbandonarsi ad una tranquilla fiducia nelle sorti fatalmente progressive dell’umanità. Oggi non crediamo, come credevano i liberali, i democratici, i socialisti al principio del secolo, che la democrazia sia un cammino fatale. Io appartengo alla generazione che ha appreso dalla Resistenza europea qual somma di sofferenze sia stata necessaria per restituire l’Europa alla vita civile. La differenza tra la mia generazione e quella dei nostri padri è che loro erano democratici ottimisti. Noi siamo, dobbiamo essere, democratici sempre in allarme.

Una raccomandazione’ del 1958 di Norberto Bobbio