Certo che i guai non vengono mai da soli….e ultimamente hanno
l’indirizzo in tasca direi….anzi, più che un indirizzo, un continente….
E cosi, la vecchia signora, si è vista declassare ben 9 paesi
nell’euro zona…..
Sembra quasi la classifica a cui siamo abituati ogni domenica,
un punto, tre punti o forse pareggio…. 1, 2, X…….. oups, no….AAA+, AAA, AA,
BBB+, BB, CC, D……….
Una cosa è certa, stiamo imparando parole nuove, nuove
definizioni, stiamo diventando dei veri esperti di alta finanza, e dopo lo
spread a collazione, ora abbiamo il rating a pranzo!
Ma cos’è il rating?...
Il rating, ovvero la valutazione,
è un metodo utilizzato per classificare sia i titoli obbligazionari, che le imprese,
(banche, stati) in base al loro rischio. La valutazione si esprime attraverso un voto
in lettere, in base al quale il mercato stabilisce un premio per il rischio da richiedere all'azienda per accettare quel determinato investimento. Ci sono delle agenzie
che se ne occupano di queste valutazioni, e alcuni nomi li abbiamo sentiti moltissimo
di questi tempi….. Standard & Poor’s, Moody’s Corporation, Fitch Rating…
L’idea di avere una visione dei conti delle imprese e renderli
pubblici fu di Henry Varnum
Poor, idea sposata da suo figlio Henry William, che insieme a Luther
Lee Blake crearono dei indici finanziari chiari e trasparenti, fino alla
fondazione dell’agenzia di rating Standard & Poor.
Simile il modo di vedere sulla trasparenza finanziaria di John
Moody, un giornalista economico, che nel 1909 fondo Moody’s.
E fin qui sembra tutto normale…. Eppure, ci sono domande che
vengono spontanee… A cosa servono queste
agenzie di rating e da chi sono controllate? Ci sono dei conflitti d’interesse?
E poi, quanto ci costa farci valutare? Ma soprattutto sono credibili le loro
valutazioni?
Visto quello che succede in questi ultimi giorni in Europa,
direi che servono a fare solo un gran casino, ma dobbiamo restare seri e allora
diciamo che queste agenzie servono a far sapere agli investitori se lo stato o
l’impressa a cui viene prestato denaro, è
in grado di pagare il debito e con quale
grado di affidabilità…
Spulciando in giro sul web, queste agenzie che sembrano ad un
primo sguardo entità esterne al mercato, esce fuori invece che sono
“controllate” dagli investitori che dal mercato ricevono o grandi benefici o
gravi danni, in base alle oscillazioni di mercato.…
Un’altra cosa che salta al occhio è che i principali azionisti
di Standard & Poor’s e Moody’s, sono
gli stessi grandi fondi americani. Ad esempio, Capital World Investors, una delle più grandi società di
gestione del risparmio Usa, oggi è il primo azionista di McGraw Hill, gruppo
che controlla l'agenzia di rating Standard & Poor's e nello stesso tempo è
anche il primo socio della concorrente Moody's, oppure State Street Corporation
che è il secondo azionista di McGraw Hill-S&P e il settimo di Moody's. Idem
Blackrock, un’altro fondo americano, undicesimo socio di Moody's e il sesto
della Standard & Poor's.
La Fitch Rating,
con una percentuale minore sul mercato, e spesso con il compito da arbitro tra
le altre due nel caso di visioni contrastanti,
è
controllata al 60% da una holding, la Fimalac, posseduta al 65,75% da una
persona fisica, Marc Eugène Charles Ladreit de Lacharrière e il restante dal gruppo Hearst Corporation,
conglomerato
mediatico statunitense.
In
poche parole, i grandi fondi
americani, o persone fisiche, sono da un
lato gli investitori che utilizzano i rating per decidere quali obbligazioni
comprare, e dall'altro sono anche i "padroni" delle agenzie che
stilano le pagelle….e credo che in modo non positivo le mie prime domande,
hanno avuto risposta: c’è un qualcuno che le controlla e ci sono anche grandi
conflitti d’interesse……… Le agenzie si difendono dicendo che gli azionisti non
hanno nessuna voce sulle decisioni di rating, sarà vero? Di sicuro il Top
Management è scelto dagli azionisti…………
Ormai siamo abituati
quando si parla di denaro, a sentire cifre con talmente tanti zeri, che quello
che prende un’ agenzia di rating per valutare e dare il suo giudizio sono
spiccioli…. Non si capisce bene se sono obbligati a pagare anche i stati e le
banche, che benché non lo hanno
richiesto, si sono visti il proprio grado di affidabilità scaraventato ai
livelli più bassi (cornuti e mazziati), oppure solo le istituzioni che lo hanno
espressamente richiesto, fatto sta che la società che desidera ricevere una
nota di valutazione deve versare all’inizio all’agenzia di rating 70 mila
dollari e poi paga un abbonamento di “sorveglianza” di circa 35 mila dollari.
In più ad ogni emissione di un giudizio di rating, l’agenzia percepisce una
determinata commissione in base a percentuali fisse.
Sull’affidabilità
del loro giudizio invece lascio a voi deciderlo. Di certo fino a poco tempo fa,
le loro AAA+ sparate a tutto spiano dietro lauti compensi da parte di istituti
finanziari, non sono state poi cosi azzeccate, basta guardare il giudizio
positivo dato a 4 giorni dal fallimento sull’agenzia energetica Enron, o ancora
sulla Leheman Brothers data come solida fino alla sua bancarotta….e ancora i
titoli greci “venduti” come ottimi!
Le agenzie dicono
di parlare a nome degli investitori, ma non hanno alcuna responsabilità
politica…..eppure con le loro recenti critiche e i loro rapporti, sono sempre
più pieni di raccomandazioni sulle politiche economiche da seguire e quindi
assumono un significato sempre più politico.
Credo fortemente
che si dovrebbe limitare il potere di queste agenzie dalla reputazione poco
limpida……..pensiero, in fondo, di una profana in materia…..
Emilia