cultura ed istruzione


La terra è nata prima dell'uomo,l'amore è nato prima dell'essere, la poesia è nata prima dei poeti

La poesia nasce prima dei poeti. La poesia nasce nel mondo, non prima del mondo, anche se poi, per prima, si affanna a cercare un codice per rendere comprensibile il mondo.
C’è poesia ben prima che si abbia notizia di qualsiasi poeta, se è vero, ed è vero, che essa è il medium più antico che l’uomo conosca per la trasmissione dell’informazione non genetica. E forse era a qualcosa del genere che si riferiva già il Vico, nella sua Scienza nuova, quando discorreva della lingua poeticissima delle origini.
Né la poesia può fare a meno del mondo, a meno di non voler sparire… La poesia nasce insieme alla comunità.

La stessa tradizione lirica, quella di più stretta osservanza petrarchista, non potrà fare a meno di concordare sul fatto che la grande confessione (e l’esercizio di pentimento e autocontrizione) del Canzoniere ha senso soltanto a partire dalla sua dimensione «pubblica», poiché nessuna confessione ha effetto senza un orecchio che ne sia in ascolto, ogni confessione è la messa in scena del peccato, e pretende il suo pubblico.
Se la poesia è nel mondo, insomma, essa non può esserci che a partire dalla sua voce. E dalla capacità che la sua voce ha di catturare l’ascolto della comunità e di fondare un dialogo.

La comunità è fatta di corpi, di presenze, non c’è comunità nella solitudine pur attenta, critica, intelligente del lettore, e questo, ahimè, scava un fossato incolmabile tra narrazione epica e narrazione romanzesca: un fossato politico, che riguarda le prassi (di trasmissione e di ricezione), prima che le poetiche, in cui la forma scelta è già, in sé, scelta di campo ideologica, prima che formale; una pratica in cui l’io non può avere spazio, se non a partire dalla riduzione al suo essere relazione. Il dialogo nasce prima della lingua, come sottolinea Lotman (e Amir Or nella sua ponencia ci ricorda che: «La poesia è dialogo nella sua forma più alta»), o, a dirla con Zumthor: «In poesia non c’è parola senza voce».

Così, il suo scegliere di diventare muta, il suo farsene sin un vanto per qualche secolo, più o meno dal XIX in poi, è stato una sorta di suicidio, la scelta di un eremitaggio radicale che l’Estetica hegeliana, nominando il romanzo nuova epica borghese, di fatto sancisce.
Oggi, invece, le tecnologie digitali di riproduzione, registrazione, sintesi vocale, le possibilità di sharing offerte dalla rete, riportano la poesia ad abitare la voce, a cercare il proprio pubblico, che non è più quello del griot, contenuto nei confini di un villaggio, né quello elitario e iperletterario del consumo silente e borghese, ma quello del villaggio globale, in linea di principio un pubblico di massa. La poesia riscopre assieme le sue radici e l’imprevedibilità di un’oralità nuova e sinora letteralmente inaudita.
...
http://www.alfabeta2.it/2011/12/21/la-poesia-prima-dei-poeti/

























Primo Levi
Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col terrore dell'intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l'informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l'ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti. 

Tratto da: Un passato che credevamo non dovesse tornare più
(*)





"La nostra voce, e quella dei nostri figli, devono servire a non dimenticare e a non accettare con indifferenza e rassegnazione, le rinnovate stragi di innocenti. Bisogna sollevare quel manto di indifferenza che copre il dolore dei martiri! Il mio impegno in questo senso è un dovere verso i miei genitori, mio nonno, e tutti i miei zii. E’ un dovere verso i milioni di ebrei *passati per il camino*, gli zingari, figli di mille patrie e di nessuna, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e verso i mille e mille fiori violentati, calpestati e immolati al vento dell’assurdo; è un dovere verso tutte quelle stelle dell’universo che il male del mondo ha voluto spegnere… I giovani liberi devono sapere, dobbiamo aiutarli a capire che tutto ciò che è stato storia, è la storia oggi, si sta paurosamente ripetendo."



(Elisa Springer, Il Silenzio dei Vivi)

(*)





PER NON DIMENTICARE
Cecilia Strada
 A come Auschwitz

B come Bagram,Guantanamo e altre mille prigioni segrete di cui non si sa il nome
C come Cecenia
D come Dresda
E come effetti collaterali:un modo carino per dire "morti ammazzatidalle nostre bombe"
F come "Francesco Crispi": la scuola di Gorla,Milano,e i suoi 184 bambini uccisi
G come Gaza,la più grande prigione a cielo aperto del mondo
H Hiroshima
I come Italia: che ripudia la guerra, ma spende 2 milioni di euro al giorno per fare la guerra in Afghanistan
L come Lager 
M come Mauthausen
N come Nagasaki: tre giorni dopo aver visto quel che era successo a Hiroshima
O come Orrore
P come Portare la democrazia: sinonimo elegante di "sganciare bombe"
Q come Quirra: un posticino in Sardegna in cui si testano nuove armi e, ohibò!, la gente poi muore
R come Rendition: un bel termine per 'sequestro di persona, tortura e privazione di ogni diritto
S come Srebrenica 
T come tutte le Vittime, quale che sia il colore della loro pelle
U come Ustica
V come Varsavia, ghetto di.
Z come zeta, l'ultima lettera, la Fine: quella che faremo noi, una brutta fine, se continuiamo a dimenticare."
 (*)






« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»

(*)




(22 gennaio 1891- 22 gennaio 2012)
l'attualità del suo pensiero.....!!


Illusioni - di Antonio Gramsci 
"L'Ordine Nuovo", 8 agosto 1921
(parte dell'articolo)

I provvedimenti contro la disoccupazione sono stati discussi alla Camera per ultimi, come un affare qualunque che interessasse una ristretta categoria di una piccola borgata. Dal modo con cui essi sono stati discussi ed approvati, un fatto risulta evidente: la certezza che i provvedimenti lasceranno il tempo che trovano e che la loro approvazione ha solo valore formale, per gli sciocchi che ancora si illudono sull'utilità dei tornei accademici parlamentari.

La Camera è, nella sua maggioranza, persuasa che la disoccupazione non ha rimedi e che quelli proposti devono solo servire a mostrare l'apparente buona volontà del governo a risolvere la crisi......
....Governo e rappresentanza parlamentare borghese sanno ottimamente che la crisi non può avere altra soluzione che l'affamamento di una parte della classe operaia e contadina.

Certo essi trovano legittimo che questo avvenga, poiché per loro entra nel corso naturale delle cose. Essi spiegano la crisi come una calamità sociale alla quale gli operai devono sottomettersi con lo stesso animo con cui affrontano una carestia. Il governo, come rappresentanza borghese, e tanto più in quanto vuole apparire di essere con tutto il popolo, studia progetti, presenta disegni di legge, li approva, per far credere che esso si interessa realmente alla vita degli operai e contadini. Esiste un limite però: esiste il limite della proprietà privata, che non può essere violato. L'affamamento degli operai non può giustificare che si debba ridurre il profitto capitalistico o meglio violare il diritto della proprietà privata. Governo e rappresentanza borghesi sono dunque coerenti, quando approvano disegni di legge che lasciano il tempo che trovano. Essi hanno sempre una scusa a portata di mano: la difesa del proprio privilegio e l'impossibilità di fare di più, senza correre il rischio di perire. Facendo rispettare questo limite, i governi borghesi sono convinti di agire realmente anche nell'interesse dei lavoratori.[...]
(*)






"Città notte"1959 olio su tela
Alberto Sughi (Cesena,1928) è un pittore Italiano


Erri De Luca - dal libro " Il giorno prima della felicità"

È bella di notte la città. C'è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si riconosce, tra quelli che campano di notte. Le persone si perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l'assoluzione. Escono i trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte. Escono gli storpi, i ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa. Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile.
(*)






"Donna in bicicletta" di Federico Fellini

20 gennaio 1920-2012-oggi nasceva Federico Fellini.

"Fare un film è come fare un viaggio, ma del viaggio mi interessa la partenza, non l'arrivo. Il mio sogno è fare un viaggio senza sapere dove andare, magari senza arrivare in nessun posto, ma è difficile convincere banche e produttori ad accettare questa idea...Ogni ricerca che un uomo svolge su se stesso, sui rapporti con gli altri e sul mistero della vita, è una ricerca spirituale e, nel senso vero del termine, religiosa. Suppongo sia questa la mia filosofia. Faccio i miei film nello stesso modo con cui parlo alla gente. Questo è per me neorealismo, nel senso più puro e originale. Una ricerca in se stessi e negli altri. In ogni direzione, in tutte le direzioni in cui va la vita."






O cecità dei grandi!

Camminano come fossero eterni,
grandi su nuche piegate,sicuri
dei pugni necessari, confidenti
nel potere che già dura da tanto.
Ma tanto tempo non è un'eternità.

Berthold Brecht
(*)






La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri. Alda Merini.

La semplicità è mettersi nudi davanti agli altri.
E noi abbiamo tanta difficoltà ad essere veri con gli altri.
Abbiamo timore di essere fraintesi, di apparire fragili,
di finire alla mercè di chi ci sta di fronte.
Non ci esponiamo mai.
Perché ci manca la forza di essere uomini,
quella che ci fa accettare i nostri limiti,
che ce li fa comprendere, dandogli senso e trasformandoli in energia, in forza appunto.
Io amo la semplicità che si accompagna con l’umiltà.
Mi piacciono i barboni.
Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle,
sentire gli odori delle cose,
catturarne l’anima.
Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo.
Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore
(*)





Berthe Morisot:"La Favola" olio su tela,1883

Il 14 gennaio 1841 nasceva Berthe Morisot ( 1841 – 1895) una delle poche e sconosciute pittrici impressioniste.
Possiamo dire che anche a lei si deve l'emancipazione della donna nell'arte. 
Figlia dell’alta borghesia, fu il padre stesso, funzionario del Secondo Impero, che le insegnò i primi rudimenti del disegno e che, in barba alle convenzioni, fece studiare Berthe e le sue sorelle musica e pittura, mettendole in contatto con i più importanti pittori del loro tempo.
Berthe continuò in maniera professionale il percorso artistico, pur se non le fu mai permesso di iscriversi all’École des Beaux Artes, in quanto donna.
Nonostante ciò, continuò a studiare privatamente.Nel 1874 espose, unica donna, alla prima mostra impressionista, tenuta nello studio del fotografo Nadar.
Berthe dovette lottare contro i pregiudizi di chi trovava disdicevole per una donna la professione di pittrice, forse questa condizione la rese ancor più determinata, anche se la sua pittura con il tempo si fece sempre più privata ed intimista. Nonostante la sua indefessa attività, nel suo certificato di morte sarà identificata come “senza professione”.
A causa,dunque, dei pregiudizi del tempo e delle conseguenti difficoltà a dipingere all’aperto o in luoghi pubblici che la resero particolarmente portata a dipingere interni, prevalgono scene domestiche e per lo più ritratti femminili, spesso di madri con i figli, ma anche di donne eleganti della media e alta borghesia. Non mancano comunque i paesaggi.Un dato costante della sua arte è l’analisi interiore dei personaggi.
Nel 1868 strinse una duratura amicizia con Edouard Manet di cui fu modella e musa (famosi i numerosi ritratti che le fece) e che influenzò molto il suo stile, instradandola nel grande filone dell’Impressionismo. Berthe ne sposò il fratello, Eugène Manet.
(*)





Altra opera di Pere Borrel Del Caso, stessa tecnica trompe-l'oeil:
"Due Ragazze" olio su tela, 1880.







Il trompe-l'œil, termine francese che significa "inganna l'occhio" (da tromper, ingannare), è una tecnica pittorica.
”Mentre la cornice reale ha la funzione di operare una cesura tra ‘arte’ e ‘realtà’, la cornice dipinta serve a offuscare tale limite” Stoichita-L’invenzione del quadro.
Pere Borrell del Caso (1835 - 1910) è stato un pittore spagnolo, illustratore e incisore, più conosciuto per la sua pittura Escapando de la crítica(Fugendo dalle critiche ), del 1874 (immagine sopra), tra gli esempi più famosi di trompe-l'oeil nella storia dell’arte, superbo nel cancellare il confine tra spazio reale e immaginario. L’artista crea un gioco illusionistico tra il secondo piano, un fondo incorniciato senza nessuna immagine dentro, e il primo piano che presenta una figura umana che sembra situarsi davanti, fuori dalla cornice, fuori dal quadro. I due piani danno così la sensazione di restare disgiunti.
(*)







"Un giorno esisterà" di Rainer Maria Rilke

Un giorno esisterà la fanciulla e la donna,
il cui nome non significherà più soltanto un contrapposto al maschile,
ma qualcosa per sé,
qualcosa per cui non si penserà a completamento e confine,
ma solo a vita reale: l’umanità femminile.
Questo progresso trasformerà l’esperienza dell’amore,
che ora è piena d’errore, la muterà dal fondo,
la riplasmerà in una relazione da essere umano a essere umano,
non più da maschio a femmina.
E questo più umano amore somiglierà
a quello che noi faticosamente prepariamo,
all’amore che in questo consiste,
che due solitudini si custodiscano, delimitino e salutino a vicenda