Perché non scoppia la Rivoluzione in Italia?
Corruzione e disonestà
generalizzate.
Arroganza del Potere.
e gestione privatistica della Cosa Pubblica.
Nell’Italia di oggi c’è un livello di corruzione e
disonestà da far impallidire i politicanti del periodo immediatamente pre-Mani
Pulite.
Oltretutto ciò non avviene
immediatamente dopo i favolosi anni ’80, ma sta accadendo oggi, sotto i nostri
occhi, in un’era in cui gli italiani sono sempre più poveri, i
prezzi di tutti i beni sempre più alti, l’economia e’ ferma, anzi è in
recessione, lo Stato ha un debito tra i più alti del mondo e le conquiste
civili, sociali e democratiche ottenute dal 1945
in poi
vengono attaccate, screditate e erose giorno dopo giorno.
Le ragioni economiche di questa
crisi sono in parte planetarie, e’ vero. Ma questa crisi economica mondiale e’
come una marea
che ritirandosi lascia bene in vista le tante magagne della nostra Italietta che
prima, in tempi di vacche grasse, potevamo permetterci di
tralasciare, di non affrontare con la dovuta risolutezza.
- la Mafia (che gestendo il 7% dell’economia
nazionale e’ praticamente la nostra prima azienda);
- l’Evasione fiscale (secondo la Corte dei Conti ogni
anno in Italia si stima che l’evasione fiscale sia di 100 miliardi di euro; di questi soltanto una parte viene
scoperta e ancor meno soldi vengono recuperati. Alla fine soltanto il 7% del
totale evaso rientra nelle casse dello Stato);
- il sistema clientelare (« con una mano il
politico fa assumere precari, raccomandati, stabilizzati, amici, parenti,
elettori, portaborse e reggi panza senza un concorso serio da decenni e senza
che neppure i più scadenti o almeno i ladri e i corrotti vengano buttati fuori.
E con l’altra mano distribuisce all’esterno lavori profumatamente pagati
sostenendo che nessuno tra i dipendenti è all’altezza di farli. Un circolo
vizioso micidiale »)
- il Debito Pubblico;
- la competitività;
- il Mezzogiorno;
- e via dicendo.
Chiediamo misure drastiche:
Rivoluzione Democratica!
Questa situazione tragica andrebbe
affrontata con provvedimenti drastici da gente seria. Da una classe politica e
da tecnici che siano quanto di meglio la nostra Nazione possiede. Ci vorrebbe
gente competente. Gente fresca. Idee nuove. Soluzioni radicali e innovative.
Insomma, se fino a qualche anno fa
il giovanotto in scoppola e lupara – e a volte tritolo – poteva essere quella
nota di colore che rendeva il nostro paese così unico e verace nel panorama dei
paesi più industrializzati del mondo, ma sembrava non fermare la sua crescita
economica, oggi può invece risultare il fattore decisivo nel crollo di tutto il
sistema-paese sotto il peso dei suoi mille cancri mai curati.
La legalità andrebbe
ripristinata immediatamente (almeno quattro regioni italiane –
Sicilia, Calabria, Campania e Puglia – sono in buona parte gestite dalle mafie)
in ogni settore. All’aspirante gestore della cosa pubblica andrebbe richiesta una
fedina penale immacolata e la massima distanza anche solo da situazioni poco
limpide e da ambienti sospetti. I gestori della cosa
pubblica non dovrebbero essere minimamente sospettabili di conflitti di
interesse, favoritismi o clientelismi.
Un cittadino come Berlusconi dovrebbe abbandonare la
politica e affrontare i suoi processi. Non e ’perseguitato da « toghe rosse » come afferma, in quanto i suoi guai con
la Giustizia cominciano ben prima della sua discesa in campo (era
costretto a frequentare tribunali e ricevere poco gradite visite della Guardia
di Finanza sin dall’inizio degli anni ’80) e, come dimostra l’arresto di Del
Turco, la Giustizia
tende a prendersela con i delinquenti indipendentemente dal colore politico.
I suoi infiniti tentacoli
economici legati a mille business e mille isolette
caraibiche per evadere le tasse italiane o per nascondere strani movimenti
finanziari dovrebbero essere slegati e portati alla luce del sole. Il suo monopolio personale
sull’Informazione italiana dovrebbe essere abbattuto.
Poi ci sono i tanti
avvocati/parlamentari di Berlusconi (come il celeberrimo Ghedini) che fanno la spola tra i
processi del loro datore di lavoro e leader politico a Milano e l’aula di
Montecitorio dove scrivono leggi riguardanti la giustizia. Questi
signori dovrebbero scegliere, nella loro vita, se lavorare per l’uomo più ricco
e potente d’Italia o se lavorare per i cittadini italiani.
E così via scendendo giù fino al
più sconosciuto degli amministratori pubblici.
Non
si può più permettere a pregiudicati di gestire il bene comune! Persone
che hanno dimostrato di poter violare le leggi per il proprio tornaconto
personale (o di clan, o di partito) dovrebbero lasciare spazio a persone
oneste, come ce ne sono ancora tante.
Bisogna avere la capacità di individuare
volta per volta una persona onesta e con qualità idonee a svolgere una
determinata funzione pubblica, che sia il Ministro dell’Ambiente o il sindaco
della nostra città. Una volta scelta la persona adatta, questa va « assunta »
sulla base di un « contratto » preciso, che deve essere in qualche modo tenuto
a rispettare.
In pratica serve riprendere indietro il
potere dalle mani delle elite e poi darlo di volta in
volta, per un breve periodo di tempo, nelle mani di un cittadino onesto,
intelligente e preparato per realizzare un progetto. Si, ci vuole il «politico a
progetto», o qualcosa del genere.
Più potere
dovrebbe essere lasciato sempre nelle mani del popolo, introducendo a tutti i
livelli strumenti
democratici come:
-
La revocabilità del mandato (tramite
Referendum Revocatorio) per tutti gli eletti e i gestori della Cosa Pubblica
- Il Bilancio partecipativo
- Il Referendum Propositivo (e non
solo Abrogativo)
- altre forme di democrazia diretta (si può prendere
la Svizzera come
esempio)
Inoltre delle Leggi di Emergenza Sociale giustificate
dalla crisi economica e morale dovrebbero sospendere ogni
privilegio fino ad ora concesso ai gestori della
Res Publica e alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Addirittura non si dovrebbero
concedere stipendi ai parlamentari che dichiarano altri
introiti, cioè a chi e’ già ricco e non ne ha bisogno. Perché
Berlusconi ogni mese prende decine di migliaia di euro di stipendio da
parlamentare e da P.d.C? Non gli servono.
E non si prenda tutto questo per
antipolica o qualunquismo. Difatti anche i giornalisti del Corriere della Sera Sergio
Rizzo e Gian Antonio Stella, autori del
libro La Casta, che
riporta sprechi e
privilegi ingiustificati della politica italiana, ribadiscono
la loro fiducia
nella politica, nella democrazia e nei partiti e
la condanna del qualunquismo,
definito “privo di senso e dannoso”, ma sostengono che in Italia queste importanti
istituzioni stiano subendo una deriva ingiustificata e vergognosa.
La Giustizia dovrebbe
iniziare a funzionare per davvero. Da decenni molti processi che vedono
coinvolti politici o potenti sono stati prescritti, spostati di sede,
interrotti per immunità parlamentari varie, indultati o annullati perché i
reati sono stati aboliti da qualche governo… Molti, praticamente tutti, pur
essendo condannati, non hanno pagato la pena grazie a indulti, amnistie,
inosservanza dei verdetti del tribunale. Cesare Previti, braccio
destro di Berlusconi, ha passato due o tre giorni in carcere e attualmente si trova
in affidamento ai servizi sociali. Basta!
Berlusconi e’
troppo impegnato con i suoi processi e non trova il tempo per governare? Non
governi, si dedichi a risolvere i suoi problemi con la Giustizia. Lasci il suo posto a un
altro cittadino, difficilmente potrà essere meno onesto e meno
anziano di lui.
Le carceri sono
piene? Se ne
costruiscano di nuove!
I processi sono
lenti? Si
assuma più personale!
Si rischia troppo spesso di andare
in prescrizione? Abolizione della prescrizione!
Basta con
i Lodi Maccanico o Alfano, le “salva-Previti” e salva-Berlusconi, le blocca-processi e ogni
altra diavoleria ingegnata da potenti senza scrupoli e senza vergogna!
Basta con l’arroganza del Potere.
Chiediamo
una nuova Rivoluzione!
Una Rivoluzione Italiana!
A 220 anni
dalla Rivoluzione Francese, chiediamo ancora, semplicemente,
Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, Democrazia e Giustizia.
Ora, che fare? Mi permetto di suggerire alcune possibili azioni popolari volte a
riprendere indietro il potere:
1) Boicottaggio completo
delle proprietà di Berlusconi ( che non è affatto finito anzi
tesse le sue trame senza esser visto ) e delle aziende che fanno
pubblicità sulle sue televisioni, sulle sue riviste e sui suoi quotidiani.
3)
Rifiuto del menefreghismo e del frazionismo: organizzare l’opposizione popolare
intorno a una lista o un partito-movimento di Rinascita Nazionale.
P.S.: Ricordo
ai lettori che questo blog è contro ogni forma di violenza. E’
perciò contro la guerra, tutte le guerre. E’ perciò schierato
dichiaratamente a favore della pace e della convivenza
civile. Quindi la Rivoluzione di cui si parla in questo articolo va
intesa solo ed esclusivamente come una Rivoluzione Morale, Democratica, da
portare avanti:
1) a livello individuale all’interno delle nostre
Coscienze
2) e a livello sociale nei modi consentiti dalle
leggi italiane e dalla Costituzione Repubblicana.
Condanniamo ogni violenza e chi la pratica. Siamo
profondamente convinti che possiamo cambiare noi stessi e la
nostra società nel modo più pacifico possibile e che
oggi la violenza può solo avvantaggiare i più forti,
le élite.
by Alessio Fratticcioli