venerdì 20 gennaio 2012

A A A +


Certo che i guai non vengono mai da soli….e ultimamente hanno l’indirizzo in tasca direi….anzi, più che un indirizzo, un continente….
E cosi, la vecchia signora, si è vista declassare ben 9 paesi nell’euro zona…..
Sembra quasi la classifica a cui siamo abituati ogni domenica, un punto, tre punti o forse pareggio…. 1, 2, X…….. oups, no….AAA+, AAA, AA, BBB+, BB, CC, D……….
Una cosa è certa, stiamo imparando parole nuove, nuove definizioni, stiamo diventando dei veri esperti di alta finanza, e dopo lo spread a collazione, ora abbiamo il rating a pranzo!
Ma cos’è il rating?...
Il rating, ovvero la valutazione, è un metodo utilizzato per classificare sia i titoli obbligazionari, che le imprese, (banche, stati) in base al loro rischio. La valutazione si esprime attraverso un voto in lettere, in base al quale il mercato stabilisce un premio per il rischio da richiedere all'azienda per accettare quel determinato investimento. Ci sono delle agenzie che se ne occupano di queste valutazioni, e alcuni nomi li abbiamo sentiti moltissimo di questi tempi….. Standard & Poor’s, Moody’s Corporation, Fitch Rating…
L’idea di avere una visione dei conti delle imprese e renderli pubblici fu di Henry Varnum Poor, idea sposata da suo figlio Henry William, che insieme a Luther Lee Blake crearono dei indici finanziari chiari e trasparenti, fino alla fondazione dell’agenzia di rating Standard & Poor.
Simile il modo di vedere sulla trasparenza finanziaria di John Moody, un giornalista economico, che nel 1909 fondo Moody’s.
E fin qui sembra tutto normale…. Eppure, ci sono domande che vengono spontanee…  A cosa servono queste agenzie di rating e da chi sono controllate? Ci sono dei conflitti d’interesse? E poi, quanto ci costa farci valutare? Ma soprattutto sono credibili le loro valutazioni?
Visto quello che succede in questi ultimi giorni in Europa, direi che servono a fare solo un gran casino, ma dobbiamo restare seri e allora diciamo che queste agenzie servono a far sapere agli investitori se lo stato o l’impressa a cui viene prestato denaro, è  in grado di pagare il debito e con quale  grado di affidabilità…
Spulciando in giro sul web, queste agenzie che sembrano ad un primo sguardo entità esterne al mercato, esce fuori invece che sono “controllate” dagli investitori che dal mercato ricevono o grandi benefici o gravi danni, in base alle oscillazioni di mercato.…
Un’altra cosa che salta al occhio è che i principali azionisti di Standard & Poor’s  e Moody’s, sono gli stessi grandi fondi americani. Ad esempio, Capital World Investors, una delle più grandi società di gestione del risparmio Usa, oggi è il primo azionista di McGraw Hill, gruppo che controlla l'agenzia di rating Standard & Poor's e nello stesso tempo è anche il primo socio della concorrente Moody's, oppure State Street Corporation che è il secondo azionista di McGraw Hill-S&P e il settimo di Moody's. Idem Blackrock, un’altro fondo americano, undicesimo socio di Moody's e il sesto della Standard & Poor's.
La Fitch Rating, con una percentuale minore sul mercato, e spesso con il compito da arbitro tra le altre due nel caso di visioni contrastanti,  è controllata al 60% da una holding, la Fimalac, posseduta al 65,75% da una persona fisica, Marc Eugène Charles Ladreit de Lacharrière e il restante dal gruppo Hearst Corporation, conglomerato mediatico statunitense.
In poche parole, i grandi fondi americani, o persone fisiche,  sono da un lato gli investitori che utilizzano i rating per decidere quali obbligazioni comprare, e dall'altro sono anche i "padroni" delle agenzie che stilano le pagelle….e credo che in modo non positivo le mie prime domande, hanno avuto risposta: c’è un qualcuno che le controlla e ci sono anche grandi conflitti d’interesse……… Le agenzie si difendono dicendo che gli azionisti non hanno nessuna voce sulle decisioni di rating, sarà vero? Di sicuro il Top Management è scelto dagli azionisti…………
Ormai siamo abituati quando si parla di denaro, a sentire cifre con talmente tanti zeri, che quello che prende un’ agenzia di rating per valutare e dare il suo giudizio sono spiccioli…. Non si capisce bene se sono obbligati a pagare anche i stati e le banche, che benché  non lo hanno richiesto, si sono visti il proprio grado di affidabilità scaraventato ai livelli più bassi (cornuti e mazziati), oppure solo le istituzioni che lo hanno espressamente richiesto, fatto sta che la società che desidera ricevere una nota di valutazione deve versare all’inizio all’agenzia di rating 70 mila dollari e poi paga un abbonamento di “sorveglianza” di circa 35 mila dollari. In più ad ogni emissione di un giudizio di rating, l’agenzia percepisce una determinata commissione in base a percentuali fisse.
Sull’affidabilità del loro giudizio invece lascio a voi deciderlo. Di certo fino a poco tempo fa, le loro AAA+ sparate a tutto spiano dietro lauti compensi da parte di istituti finanziari, non sono state poi cosi azzeccate, basta guardare il giudizio positivo dato a 4 giorni dal fallimento sull’agenzia energetica Enron, o ancora sulla Leheman Brothers data come solida fino alla sua bancarotta….e ancora i titoli greci “venduti” come ottimi!
Le agenzie dicono di parlare a nome degli investitori, ma non hanno alcuna responsabilità politica…..eppure con le loro recenti critiche e i loro rapporti, sono sempre più pieni di raccomandazioni sulle politiche economiche da seguire e quindi assumono un significato sempre più politico.
Credo fortemente che si dovrebbe limitare il potere di queste agenzie dalla reputazione poco limpida……..pensiero, in fondo, di una profana in materia…..


Emilia








Nessun commento:

Posta un commento