Tutto è nato molto prima. Alla fine di novembre del 1999 nella profonda
provincia americana. Il “popolo di Seattle” lanciò l’onda d’urto del movimento
no-global. Cioè quella globalizzazione del potere che in realtà era nelle mani
di un gruppo ristretto di Stati, i più forti e i più ricchi, che si erano
disegnati il ruolo di autorità sovrana mondiale. Seattle è stato solo l’inizio.
I due anni successivi hanno messo a fuoco la ribellione no global. Guardate le
date e la scansione, cioè l’escalation della protesta.
2000: aprile Washington, settembre Praga, ottobre Monreal
(Spagna), dicembre Nizza.
2001: gennaio Porto Alegre (Brasile),
gennaio Davos (Svizzera), marzo Napoli, aprile Quebec, giugno Göteborg
(Svezia), luglio Genova.
Dunque, è evidente che
Genova è arrivata al termine di un percorso repressivo. La prova generale
italiana è avvenuta a Napoli, appena quattro mesi prima ma non ha avuto lo
stesso riscontro mediatico anche se i fatti sono stati altrettanto gravi. La
manifestazione è stata sottovalutata, non c’erano inviati quel giorno e io
stesso ho ricostruito gli eventi soltanto dopo, attraverso il processo ai
poliziotti arrivato sempre troppo tardi, nel 2010, nove anni dopo. Quello
che è avvenuto nelle strade di Napoli, ma soprattutto nella caserma Ranieri
forse è anche peggio – secondo denunce e testimonianze – di quello che è
successo alla Bolzaneto. Arresti illegali in massa,
insulti, pestaggi, umiliazioni, autentiche torture.
Storie lontanissime da un
Paese civile. Alla fine trentuno poliziotti indagati, ventuno rinviati a
giudizio, dieci condannati (fra cui due funzionari) per sequestro di persona
aggravato con pene irrisorie, da sei mesi a due anni e mezzo, dieci assolti perchè,
anche in quel caso, reati prescritti: violenza privata, abuso d’ufficio,
lesioni gravi, minacce. E con un particolare che somiglia, anche questo, a
Genova: tutti gli imputati non solo confermati in servizio ma addirittura
promossi mentre l’inchiesta era ancora in corso. Segno preciso di una copertura
politica.
Non è
una questione di schieramenti: in quegli anni si sono succeduti governi
diversi. Ma l’input, secondo il mio parere, era identico in quanto facente
parte di quel gruppo ristretto di potenti. Gli Stati Uniti come leaders
mondiali stavano perdendo il “pallino”. E la cultura no global rischiava di
affossare anche quella economica (insomma cominciavamo a non vestire più
all’americana) e allora bisognava rispondere duramente, stroncare il movimento.
Ecco allora l’ordine. Non c’è altra spiegazione, perchè molti altri social
forum ci sono stati negli anni successivi, ma non è mai più successo qualcosa
neppur lontanamente simile, tutto si è risolto in qualche fisiologico scontro
di piazza. Per capire Genova, insomma bisogna intanto pensare a Napoli. E poi
magari all’11 settembre, sempre di quell’anno. Ma questo è (forse) un altro
discorso. Di sicuro il capo supremo era sempre Bush.
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