Che ne è stato
della nostra guerra,
della donna
soldato
che ha combattuto
lassù,
fra le montagne?.
Nulla. Freddi
sentieri muti
solcano il verde e
fuggono,
laggiù,
verso la valle.
Ma io non vedo e
non sento
battiti di cuori
in lotta.
L’oblio ha
bruciato
anche i ricordi.
Li ha buttati nel
fango
dei sentieri muti,
come mondezza.
Li ha relegati nei
libri,
dai quali vengono
divelte
intere pagine di
Storia.
Avevamo ragione o
torto?
Ho creduto fosse
ragione
la mia, di donna
soldato,
allorché
combattevo il fascista
il tedesco
invasore,
armati d’odio e
di superbia folle?
Ho sbagliato
forse?
Meglio restare,
statue di cera,
ad aspettar che il
fuoco del nemico
ci bruciasse
dentro
l’alma e
l’orgoglio?
Non lo ha detto
anche Dio?:
porgi l’altra
guancia, o uomo!
Ma non è giusto.
Non quando, passi
d’uomini
pesanti come
clave,
si abbattono sul
capo di un popolo
che invoca solo
libertà e pace
per la sua terra.
dai conflitti
inutili,
dalle vecchie
ciabatte riciclate.
Solo così, il
frutto
del nostro ventre
generoso,
potrà crescere.
Li ascolto, i
tanti sapientoni,
detrattori di
questo mio passato.
Io, donna soldato.
Li osservo, assisi
sulle poltrone
del comando,
nuovi padroni,
nuovi invasori
del mio presente.
Han le facce
rugose, sono vecchi,
ma i loro
sentimenti son gli stessi
di allora.
Costoro parlan di
noi come di feccia,
così com’era un
tempo
che io speravo,
ormai finito.
Noi che abbiam
mangiato fango
sui sentieri dei
monti
mentre loro
uccidevano innocenti
senza pietà.
Noi che abbiam
patito torture e morte
nelle loro
prigioni
che abbiamo
imbracciato i fucili
solo per sete di
libertà.
Io, donna non più
soldato,
raccoglierò
quelle pagine ingiallite,
lacerate e
calpestate dagli stessi piedi,
pesanti come
clave,
pagine che
raccontano di giovani
obbligati alla
guerra
per amore di pace.
Una pace che
dobbiam difendere
coi denti,
strappar con forza
dalle grinfie
di questi untori,
cui l’oblio
degli uomini
senza memoria
ha consegnato le
redini
del mondo.
Noi donne,
portatrici di vita,
difendiamola,
questa pace!
Proteggiamola dai
profeti falsi
nella piena
coscienza
del valore umano,
un dono troppo
grande
per affidarlo, in
ogni caso,
al crudele
feticcio della guerra.
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