lunedì 19 dicembre 2011

Parole di libertà Tucidide - Pericle , discorso agli Ateniesi - Paolo Rossi

"Qui ad Atene noi facciamo così: qui il nostro governo favorisce i molti, invece dei pochi, e per questo viene chiamato democrazia." inizia così Tucidide nel Discorso di Pericle, una serie di dichiarazioni del V secolo A.C che ancora oggi sono più che mai attuali e veramente utili! Il discorso agli Ateniesi (Tucidide, La guerra del Peloponneso, II, 37-41) interpretato da Paolo Rossi come copertina per lo show di rai 2: Ballarò. Quel video non potè andare in onda su "Domenica in",allora condotto da Paolo Bonolis in quanto considerato troppo eversivo dall'authority rai che ha commentato "No". Il testo non è piaciuto ai funzionari, l'hanno trovato troppo forte" una seconda volta il brano fu bloccato su rai 2 in quanto brano politico che non prevede contr'apposizione...

tracciare la nostra libertà, questo è il futuro che han deciso per noi

  Ormai sono riusciti a far passare il messaggio (totalmente falso) che la tracciabilità è necessaria per scovare l’evasione, per cui nessuno  ha il coraggio di lagnarsi nel timore di essere tacciato quale evasore. Al riguardo penso che la “tracciabilità“, tanto cara ai politici ora in auge , oltre a non evitare in alcun modo l’evasione (quella vera, quella per cui vale la pena evadere e che si attua in modi e forme assai diversi dai quattro spiccioli che ci portiamo i tasca) non è altro che un ulteriore sistema per ingrassare le banche che potranmno addebitarci molti più costi. Avere un conto corrente costa, così come costano le carte di credito che tra l’altro sarebbero pericolosissime in mano agli anziani ( le clonazioni sono il rischio minore) e dove vanno questi soldi? semplice nelle tasche dei banchieri.
Come abbiamo avuto modo di vedere recentemente, l’evasione è sempre più lontana dal giro di soldi contanti e si maschera dietro impeccabili società, dietro appalti, penali e caparre regolarmente pagate con assegni o bonifici.
Già ora se abbiamo un conto corrente dove eseguiamo un numero esguo di operazioni annue, il costo dello stesso  parte da un minimo di 40 50 euro: ora provate ad immaginare di quanto incrementerà il costo del conto corrente quando saremo costretti a pagare con assegni anche la spesa! Pensate a come funzionano le carte di credito e a quanto ci costano ogni anno n0nostante eventuali accordi!  E’ incontrovertibile che questa crisi sia stata creata e voluta dalle banche e la politica, che dovrebbe tutelare i cittadini, che decide? decide che per uscire dalla crisi, dobbiamo andare ad ingrassare ulteriormente le banche e i banchieri…. tra l’altro non sarà più possibile neppure prelevare dalla banca soldi contanti, cosìcchè noi porteremo in banca i nostri soldi e in cambio avremo dei pezzi di carta, e quando agli speculatori farà comodo, troveranno un modo per alzare lo spread anche sugli assegni e sulle carte di credito. Arriverà magari il giorno in cui, avendo in mano un assegno da mille euro, la banca ci dirà che in realtà ne vale 700,00.  il tutto ovviamente a spese dei più poveri, visto che i ricchi il sistema di costituire società e similari lo troveranno sempre! NON SI PUO’ ESSERE CONTRO LE BANCHE E A FAVORE DELLA TRACCIABILITA' che non è altro che un nome inventato- DI NESSUNA EFFICACIA- FINALIZZATO A RENDERCI SEMPRE PIU’ SCHIAVI DEI BANCHIERI!
Signor Monti ( non mi sento più di chiamar nessuno di voi con nomi oltre il signor , che a dir il vero mi sembra sempre troppo ), preferisco piuttosto tornare al baratto! e di sicuro, con il ritorno al baratto, l’evasione verrebbe sconfitta davvero!


Equità


Dopo l’enunciazione della manovra operata dal governo Monti, possiamo fare alcune considerazioni al riguardo:
1) è ovvio e scontato che la situazione economica dell’Italia era - ed è – molto grave, di conseguenza bisognava – e bisogna – operare in fretta per porvi rimedio, considerato che il governo precedente ha peggiorato la situazione ed ha fatto perdere tempo;
2) l’agire in fretta non deve portare però ad operare in modo non equo. Risanamento ed equità sociale sembra essere il motto del nuovo governo. Con la manovra messa in atto è probabile che entro il 2013 si arrivi al pareggio di bilancio, per quanto concerne l’equità però siamo lontani dal suo raggiungimento. Un governo che non si batta con tutte le sue forze a favore della giustizia sociale, oltre a non essere equo, non potrà mai raggiungere, in maniera seria e decisa, nemmeno una sana economia duratura e quindi una sostenibile qualità della vita in tutti i suoi aspetti;
3) la manovra, da 20 miliardi circa, si basa per un buon 70% su imposizioni fiscali, meno sui tagli agli sprechi, anche là dove sarebbe stato possibile ed utile farlo;
4) si scopre solo oggi che, senza gli interventi previsti, saremmo alla bancarotta e nell’ impossibilità di pagare gli stipendi. Domanda: come mai nessuno dei grandi partiti se ne è accorto e perché, in tal caso, non ha informato gli Italiani?
5) d’accordo che la previdenza andava riformata, ma se per i parlamentari sono sacrosanti i diritti acquisiti, perché non lo sono anche per i cittadini? Perché non vengono adeguate al costo della vita almeno le pensioni più basse (fino a 1000 euro al mese non si tratta certo di pensioni “alte”)? Le tasse riguardano ancora una volta, come sempre, la casa, i carburanti, l’aumento dell’IVA. Ciò comporterà un altro aggravio, cioè il costo delle merci ( il nostro trasporto è quasi tutto su gomma) ed un’ulteriore evasione a causa dell’aumento dell’IVA, che i cittadini non possono scaricare. L’ICI, che diverrà IMU, colpirà ancora la prima casa, con rivalutazione degli estimi catastali. Per le seconde case poi (giusto tassarle) in proporzione pagheranno di più coloro che hanno meno reddito. A ciò si aggiunga il fatto che in Italia i servizi sono forse i più costosi in Europa (telecomunicazioni, carburanti, energia elettrica, gas, autostrade, trasporti ecc.) e non sono certo estremamente funzionanti. Si pensa ad alcune grandi opere, ma nel contempo si tagliano i fondi per i treni usati dai pendolari, per cui si è sempre obbligati a ricorrere all’auto ed a vedersela con i rincari della benzina. La sanità, settore che tutto sommato ancora regge, è nuovamente aggravata da ticket e da tagli. Si è prevista (bene) un’imposta una tantum sui capitali rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale, ma poco o nulla si fa contro la grande evasione. Non si è avuto il coraggio di imporre una patrimoniale sui grandi patrimoni. La scusante: i grandi capitali e gli evasori la farebbero comunque franca. Domanda: che garanzie dà un governo che interviene sulle pensioni (così come ha fato) e non sconfigge l’evasione?


6) sui costi della politica si sarebbero potuti prevedere alcuni interventi a costo zero: 
a) diminuire le spese correnti per la Camera ed il Senato – b) togliere i rimborsi elettorali (alias finanziamenti ai partiti), che non hanno di certo fatto diminuire la corruzione – c) esigere bilanci chiari, trasparenti e leggibili – d) pubblicare non solo i redditi dei parlamentari e dei titolari di cariche elettive, ma anche gli interessi economici che fanno capo a ciascuno. Altrettanto per i contributi privati ai partiti ed ai singoli politici – e) porre un tetto ai costi per gli apparati regionali: alcune regioni costano ai contribuenti 8 euro, altre, 50 volte tanto – f) porre un tetto anche per le retribuzioni dei dirigenti pubblici; Prodi fissò 289 mila euro l’anno;
7) qualcosa è stato pensato per lo sviluppo, ma solo pensato, speriamo quindi che si continui in maniera totalmente diversa. Stesso discorso anche per l’ambiente, che vale salute e danaro.
La prima impressione è che la famosa equità sia ancora lontana, così come l’auspicata crescita. Auguriamoci che nei prossimi mesi il governo Monti sia maggiormente propositivo ed innovativo e magari provi a porre sul tappeto anche la legge elettorale ed il conflitto di interessi. Se così non sarà, sembrerebbero aver ragione coloro che hanno parlato di governo indirizzato dai poteri forti.

Stefano

Democrazia diretta, comunismo ed anarchia cosa le accomuna e cosa le divide

 Analogie e differenze tra i termini democrazia diretta, anarchia, comunismo ? Provo a rispondere in maniera sintetica.


Per farlo bisogna tenere conto di 3 elementi:
1- chi prende le decisioni politiche
2- come si prendono le decisioni politiche
3- il rapporto con i beni e le cose (lato politico-economico)


Democrazia diretta
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1) il popolo prende le decisioni, questo significa che alcuni soggetti possono essere esclusi (per es. nella democrazia diretta greca le donne non potevano votare)


2) direttamente votando sugli argomenti previsti all'ordine del giorno


3) non è previsto niente a priori. Potrebbe non esserci uno Stato e quindi viene a perdere il discorso delle cose pubbliche e private.


Anarchia
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1) Tutti. Nessuno può essere escluso dalle decisioni.
2) Società basata sul dialogo. Non è detto che il voto sia lo strumento per prendere le decisioni. E' l'unanimità che assicura che una qualsivoglia decisione politica diventi realtà dei fatti.
Alcuni gruppi anarchici utilizzano la maggioranza dei 2/3 ... questo però va un po' contro ai principi anarchici.
3) La proprietà è un furto perchè nega il possesso agli altri. Nessun bene appartiene a qualcuno. Autogestione delle risorse esistenti e dei processi produttivi: autoproduzione individuale e collettiva.
L'economia non è programmata perchè non esiste un organo centrale che decide per tutti.
Si tratta di un'economia di auto-sussistenza che non garantisce benessere, ma sopravvivenza. I beni materiali sono considerati "illusori" e si tende a soddisfare solo i bisogni strettamente necessari alla vita.


Comunismo (sovietico:leninismo e stalinismo)
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1) il popolo prende le decisioni, questo significa che alcuni soggetti possono essere esclusi Come anche nelle nostre democrazie, chi commette reati (passato in giudicato) non può farsi eleggere e votare.
2) per rappresentanza come nelle nostre democrazie, non è un mistero che loro si autodefinissero "democrazie" a loro volta.


Ovviamente non esistevano sistemi partitici, ma semplicemente 1 partito con tanti rappresentanti.


Il partito è lo Stato e lo Stato è il partito. 


Il sistema leninista e staliniano erano nemici del parlamentarismo.


L'organo supremo era il Comitato centrale il quale stabilisce l'ordine del giorno dell'assemblea parlamentare, delibera sulle leggi più importanti, propone all'assemblea le nomine ecc. Il comitato centrale, inoltre, avvalendosi dell'apparato posto alle sue dipendenze, esercita una funzione di controllo non solo sugli organi del partito ma anche su quelli dello stato.


Il comitato centrale è essenzialmente organo del partito e dello Stato.
Corrisponde ai consigli nazionali dei partiti italiani.


Esisteva il parlamento, ma si trova a ratificare le decisioni assunte nel comitato centrale.


Alla base ci stavano i kolkoz ("fattorie collettive") e i sovkoz ("fattorie sovietiche"): il popolo.


Il popolo votava il comitato centrale e il parlamento. Il comitato centrale votava il Politburo (Ufficio Politico) e il Segretario Generale (la più alta carica del partito e dello Stato).


Il Segretario Generale era il nostro Primo Ministro (organo esecutivo).
Il Parlamento ed il comitato centrale gli organi legislativi.


Il comitato centrale era l'organo centrale del partito e dello Stato, di raccordo tra popolo e potere politico.
Svolgeva anche funzioni di controllo e di pubblicità (propaganda?) nei confronti dell'opinione pubblica.


3) Non esiste la proprietà privata. L'economia è programmata: la produzione di beni e servizi rispetta un piano pluriennale fatto per decidere il lavoro necessario a dar da mangiare a tutti e garantire il benessere. Lo Stato si preoccupa di valutare ogni persona per assegnargli il ruolo (quale lavoro) nella società.
Non esiste disoccupazione.
Tutta la vita economica individuale (spese assicurazione, salute...) era tutta a carico dello Stato il quale metteva tutto in conto nel piano economico

Stefano