venerdì 11 novembre 2011

Una nazione sotto ricatto




L’Italia oggi è una nazione ed un popolo sotto ricatto.                                       
Il paese con più cultura e storia fra i paesi dell’Occidente vien preso a sberle di continuo da chiunque ha un minimo di solvibilità economica o credibilità internazionale. La grande “ Madre “ Europa ( perché ormai di questo si parla ),  governata ormai dal Duopolio Merkosy, con il rigore presunto richiesto da lor signori ( visto in realtà poi quello che combinano a casa loro ), con il “patto di stabilità e crescita” che ci hanno obbligatoriamente affidato rendendolo però  facoltativo per altri stati, dalla globalizzazione oligarchica ( visto che in realtà comandano e ne raccolgono i frutti ben pochi )  e dai mercati che han portato ad un “ oggi ” dove regna il mondo del denaro virtuale, del farsi vedere e non essere, e dell’edonismo esasperato, mettendo all’ultimo posto il benessere dell’essere umano che non vien più riconosciuto come  una priorità ( ricordate il discorso di Barroso nel 2001 ? ), come d’altronde la Dignità, sta calando pian piano e sempre più malinconicamente la serranda della Sua bottega dei ricordi e della sua storia ultramillenaria ( gloriosa ? beh quella sarebbe tutta un’altra storia da trattare ). Nonostante tutto ciò , e se non bastasse già questo per far crollare Sansone con tutti i filistei,  l’Italia oggi è soprattutto un paese tenuto sotto scacco perenne, però al contrario di quello che sarebbe lecito pensare, non da un manipolo di manigoldi, bensì ( considerandolo ancora più grave ) dalla sua stessa classe politica scadente, immorale ( stampo la Roma imperiale di Caligola e Neroniana memoria ) e senza vergogna, la stessa che da oltre 2 decenni si vede nel “talk show” chiamato Parlamento, naturalmente pagato da Noi. Una classe politica, non scelta liberamente dal cittadino, ma che senza nessun rispetto di esso  e nonostante la presunta SOVRANITA’  si è impadronita di un intero paese.
L’Italia di Dante e  Leonardo, di Garibaldi e dei Partigiani, oggi è diventata il giocattolino personale del venditor di fumo fattosi PREMIER ( e scusatemi la battuta uscita fuori con la frase ma non era preventivata, ahimè ).
Il presidente Napolitano, in un momento di grande incertezza per il paese, mentre i mercati si mangiano pezzo per pezzo ciò che ne resta, ha dato via libera al maxi-emendamento e alla legge di stabilità, confermando le dimissioni di Silvio Berlusconi,concordate con lo stesso, che avverano subito dopo l’approvazione della lettera “salva Italia”.
Più che concordate, anche questo è l’ennesimo ricatto, da parte dello stesso omuncolo che non molla, e di certo non per il bene del paese.
Il più grande statista degli ultimi 150 anni, il miglior presidente del consiglio che l’Italia abbia mai avuto, farà finalmente un passo indietro o di lato (è libera l’interpretazione del suo gesto),  ma solo dopo aver messo in chiaro a quali condizioni. E malgrado le sue condizioni consistono nel aumentare ulteriormente un disagio sociale tangibile, in quanto il paese è ancora una volta chiamato a fare dei sacrifici e a pagare la cattiva gestione saranno sempre i soliti poveri cristi, la pseudo opposizione “risvegliata” pur di cacciarlo via, voterà a favore della lettera della BCE.
Definita da tanti “una macelleria sociale”, il MINI premier usa la scusa della lettera per inserire dentro norme, già contenute nelle manovre passate, contro la crescita del paese e per impoverirlo ancor di più, norme che ci tolgono il lavoro, che ci aumentano le tasse, che non ci garantiscono il pane per il domani. E come sempre, ci sarà una norma che lo salva , scritta in piccolo, che dovrà per l’ennesima e forse ultima volta passar inosservata agli occhi del popolo, complici i suoi avvocati, i suoi onorevoli, i suoi amici o presunti tali, che faranno finta di niente pur di mandarlo in pensione.
In tutto questo intreccio, ci resta solo che piangere, perché non si combatte così ad armi pari, ma non per questo molleremo, gli sconti non si faranno mai più ( semmai ne avessimo fatti ) a nessuno come non ci si turerà più il naso per votare un “meno peggio”. E’ ora che l’Italia e gli Italiani ottengano quello che meritano per tutto quello che fanno e subiscono di continuo, e se il sistema non cambierà, allora sarà giusto chiudere definitivamente con esso ed i suoi lacchè, creandone uno nuovo e non votandoli più, nessuno, specie se resterà questa legge elettorale, il futuro è anche nostro cominciamo ad autogestirlo, altrimenti…
Povera Italia e poveri noi.


Emilia Sirbu e Stefano Di Benedetto