domenica 4 dicembre 2011

manifesto beni comuni


MANIFESTO PER I BENI COMUNI EUROPEI                                                                                                                                                   Una proposta, partita da un gruppo di cittadini tra cui Claudia Bettiol, interessante ma tutta da discutere
http://www.europeancommongoods.org/ita.php
La crisi che colpisce l'economia mondiale e di conseguenza l'euro in questi mesi richiede una risposta radicalmente diversa da quelle attualmente programmate e realizzate. Il modo in cui l'Europa, i suoi governi e gli elettori si occuperanno della crisi greca creerà un precedente importante per la prossima crisi ed i connessi rischi di default nazionali.

Le decisioni probabili del governo greco, praticamente lasciato solo, come altri governi in simili crisi di debito, si basano sulla massiccia vendita di beni pubblici a compratori non meglio identificati in modo da raccogliere il denaro necessario per garantire prestiti ulteriori.

Questa decisione è sbagliata non solo sul piano politico, ma anche in termini pratici. Politicamente abbiamo avuto ampie dimostrazioni nel quarto di secolo passato che la deregulation e le privatizzazioni non sono sinonimo di efficienza, investimenti, modernizzazione e competitività.

Al contrario, c'è un lungo elenco in Europa e nel mondo, di clamorosi fallimenti e di distruzione di valore da parte di quelle stesse forze di mercato che erano invece state celebrate come portatrici di soluzioni durature a tutti i problemi dell'economia nazionale e internazionale.

L'ultima crisi economica e finanziaria del mercato globale ha dimostrato oltre ogni dubbio che i mercati da soli non sono in grado di governarsi, che non esiste la mano invisibile che bilancia i diversi interessi e che il denaro pubblico ha salvato gli stessi oligopoli che in teoria non avrebbero dovuto esistere in un ambiente competitivo sano, favorito da un mercato liberalizzato. Ma come non ci sono pranzi gratis, così non esiste un mercato deregolato che pensi al bene comune.

Noi crediamo fortemente, ispirati da una visione politica ed etica nonché dall’esperienza pratica, che le politiche pubbliche non possono solo limitarsi a regolamentare il neolaissez-faire, a sostenere interessi privati in nome di una presunta competitività nazionale o limitarsi a ridistribuire un reddito in diminuzione.

Le politiche pubbliche devono tutelare gli interessi pubblici , sotto controllo democratico, il che significa che hanno il compito di promuovere beni pubblici e investimenti a lungo termine, sostenuti da una gestione efficiente e da una tassazione sensata che tenda al bene della società.

Invece di lasciare che le proprietà pubbliche della Grecia siano svendute a prezzi ridicoli a grandi potenze, che hanno un forte interesse a controllare i mercati per rinforzare la loro competitività (fatalmente a discapito dei nostri interessi), o ad investitori privati che sono totalmente irresponsabili verso la società, gli elettori e gl’interessi nazionali, proponiamo di utilizzare in modo più efficace il denaro pubblico che abbiamo già impegnato nei prestiti della UE e del Fondo Monetario Internazionale, oltre che nelle misure di sostegno della BCE.

I beni pubblici greci, come quelli di altri paesi a rischio, dovrebbero essere venduti ad un raggruppamento economico europeo, pubblico o partecipato da quota di maggioranza pubblica, in modo da ottenere il denaro necessario direttamente da governi e istituzioni internazionali.

Questo permette di proteggere due interessi vitali a livello europeo e nazionale:

* I beni saranno rimborsabili da parte del paese interessato nei tempi necessari ed a condizioni ragionevoli o produrranno profitti proporzionali ai governi, ma la loro gestione avverrà tenendo conto delle esigenze economiche e sociali. Se esistono i fondi sovrani, non si vede perché imprese pubbliche, adeguatamente gestite e vigilate, siano inconcepibili.

* I beni rimarrebbero patrimonio economico e industriale europeo, invece di essere dispersi nel mondo, soggetti ad futuro molto incerto. L'Europa ha creato una formidabile entità integrata, soprattutto a livello economico: sarebbe un suicidio se, nei momenti di massima emergenza, l'Europa si rifiutasse di attuare una politica industriale di semplice buon senso.
dal gruppo Italia in svendita 

giovedì 1 dicembre 2011

IL DENARO L'AVIDITA' E L'EGOISMO




Dall'insediamento del nuovo Premier o giù di lì, in Italia è sembrata scoppiare una nuova moda,” l' economia “.
Perfino nei luoghi dove prima la cosa di cui si poteva meglio disquisire, per non dir proprio l'unica, e che tra l'altro dava adito alle persone che ne sapevano di più di potersi vantare (parliamo del calcio nei bar, ma ormai anche nei mercati rionali ), ora profuma d'economia, wall street, piazza affari, a tal punto che (e non dico affatto una boutade), tante persone nonostante la loro situazione reale quando vanno al bar o a far la spesa nei mercati, per calarsi meglio nella parte si presentano in giacca e cravatta o, se d'idee conservatrici, con il maglioncino alla Marchionne, così da paese di 60 milioni di CT della nazionale di calcio siamo diventati 60 milioni di Ministri dell'Economia.
Beh, comunque questo è il minore dei problemi in quanto questi nuovi broker che aumentano di giorno in giorno, cominciano non solo a giudicare gli eventuali andamenti di mercato (sapendo alla perfezione il significato di spread, bond, btp e chi più ne ha più ne metta), ma con fare e modi molto seri e reggimentali (che rasentano tra l'altro il ridicolo), a proporre, prendendo come spunto le teoriche dichiarazioni lette o ascoltate dai media, di presunte teorie economiche talmente teoriche che alle volte sono o parzialmente inventate dagli stessi o distorte visto la loro ignoranza in materia.
Oltretutto, vista la confusione che si sta per tal motivo allargando (ricordando tra l'altro l'opera di disinformazione continua fatta da debunker professionisti, media e da tutti questi presunti sherpa sempre presenti in tv, radio o press pronti a far commenti) a macchia d'olio, si fa sempre più viva l'idea del COMPLOTTO.
Questo checche se ne dica e considerando il fatto che ciò sia più o meno voluto dall'alto porta sempre più al distacco dei cittadini dallo stato ed in particolar modo dalle istituzioni (una volta portatori sani del verbo sacro della costituzione), ma non per questo dalla politica (che non ha ormai più niente a che vedere con il vecchio sistema dei partiti), quella politica che partendo da principi semplici e soprattutto dallo scalino più basso della società vuol basarsi su cose concrete e non più su algoritmi creativi studiati ad arte dai tristemente famosi finanzieri del web che tramite azioni, obbligazioni, etc ed operazioni semplicemente teoriche fatte sul pc (di compravendita) ci han portato a ciò.
Concludendo e tornando di nuovo all'ipotesi del complotto ed al pensiero che si fa sempre più spazio fra la gente che dice “ che ormai è stato tutto deciso “ mi è venuto di pensare ad una canzone …...........una canzone vecchia, di circa 20 anni fa di bennato dedicata a capitan uncino , beh in essa tal pirata diceva più o meno  <> e ciò mi fa pensare, riflettere e soprattutto indignarmi (nel senso vero della parola), in quanto le stesse persone che han creato la crisi (con tutto quello che ne consegue per primo, il debito), ora si arrogano non solo il diritto di doverla gestire, ma di risolverla a loro piacimento giocando non solo con le tasche degli italiani (per non dir degli altri cittadini europei), ma anche con i loro sentimenti, paure e sogni. Si, i sogni! Quei sogni fatti con i sacrifici, con il lavoro e con lo studio, che stanno per sempre svanendo per delle teorie virtuali volute da un manipolo di uomini e che ora seppelliscono un intero pianeta solo per un Vizio (di Dantesca memoria).....................il denaro, l'avidità l'egoismo.




Stefano Di Benedetto